Leggiamo tutti con attenzione questo pezzo apparso su Nordest News del 17/11/2023
MUGGIA. Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Muggia ha approvato il Peba, il piano di eliminazione delle barriere architettoniche, che sarà a disposizione della cittadinanza e che è stato condiviso fin dai primi passi con la gente, per arrivare alla stesura di un documento che rispondesse alle esigenze del territorio. Ad occuparsi in prima persona del Peba è stata l’assessore comunale Elisabetta Steffè, insieme agli uffici comunali proposti per seguire tutto il lungo e complesso iter, che si è focalizzato sulla riformulazione dell’accessibilità per gli spazi e gli edifici pubblici dell’intera area del Comune di Muggia.
Nel corso dei mesi sono stati effettuati diversi sopralluoghi, insieme ai cittadini, per pensare insieme a soluzioni e progetti in grado di eliminare gli ostacoli in diverse zone. Tra i punti più richiesti dai muggesani la possibilità di realizzare accessi al mare per persone con difficoltà motorie.
Quasi nessuno dei non addetti al settore sa che l’Italia, appena lo scorso agosto, è stata condannata dal parlamento Europeo per non aver applicato la direttiva sull’accessibilità.
In breve: prodotti e servizi essenziali devono essere accessibili a tutti specie per le persone con disabilità, qualunque essa sia. Questi prodotti e servizi includono:
computer e sistemi operativi
Sportelli bancomat, biglietterie e macchinette per il check-in
smartphone
Apparecchiature televisive legate ai servizi televisivi digitali
servizi di telefonia e relative apparecchiature
accesso ai servizi di media audiovisivi come le trasmissioni televisive e le relative apparecchiature di consumo
servizi relativi al trasporto passeggeri aereo, autobus, ferroviario e per vie navigabili
servizi bancari
e-book
commercio elettronico
La direttiva è del 2019 e la scadenza per l’applicazione era nel 2022. Non è la prima volta che il nostro Governo ignori le direttive europee e poi venga condannato..
Credo non sia difficile capire che, per esempio, gli sportelli bancomat o i servizi di trasporto o qualunque servizio reso in un luogo non accessibile riguarda la mobilità delle persone (tutte le persone) e quando si parla di mobilità ci si riferisce al contesto urbano.
Insomma arriviamo sempre a questi PEBA (Piani di Abbattimento delle Barriere Architettoniche).
(Foto: un’immagine della scena del film “la storia infinita” dove Atreiu cerca di liberare il suo cavallo dalla palude della tristezza).
Giovedì 9 novembre si è tenuta a palazzo Barbieri, la commissione congiunta Urbanistica/Sociale, da me richiesta in data 29 agosto 2023 (!), per affrontare la tematica del PEBA nei territori delle 7 circoscrizioni della città di Verona, cioè la cosiddetta periferia (*).
Ci sono voluti 70 giorni (quanto gli antichi egizi lasciavano le salme nella soda, affinché i tessuti si mummificassero) perché l’importante consesso si tenesse.
Premetto che non mi è stato anticipato nulla di come si sarebbe svolta la riunione e dato che l’avevo richiesta, in quanto stakeholder e soggetto esperto ( ci occupiamo di sbarrieramento e accessibilità a livello nazionale), avevo anche un progetto da proporre al mio Comune e due istanze, molto importanti, da avanzare.
La riunione, che aveva la durata di 60 minuti si è svolta nel seguente modo: appello, introduzione del presidente della IV commissione (urbanistica) Trincanato, intervento spot della presidente della V commissione (sociale) Stella, due parole della vice-sindaca Bissoli (con delega all’abbattimento barriere) e oltre 30 minuti di intervento della funzionaria comunale deputata al PEBA, l’architetta Grazi.
Architetta che ha parlato di: Arena di Verona, museo di Castelvecchio, Centro storico, i parcheggi che mettono in comunicazione la periferia con il centro storico e tutti i ritardi che si patiscono a causa degli enti che riguardano le olimpiadi del 2026 per cui è necessario rendere accessibile l’Arena etc. Qui occorre un inciso esplicativo: i lavori per rendere accessibile l’Arena di Verona (nel 2023!) sono stati iniziati non perché il Comune avesse una volontà consapevole di inclusione circa il principale monumento cittadino o per questioni legate alle paralimpiadi ma, semplicemente e anche abbastanza “cringe”, perché detto Comune e la fondazione Arena sono state condannati da ben due tribunali (Verona e Mantova) ad eseguire i lavori di sbarrieramento per discriminazione nei confronti degli spettatori con disabilità, che in Arena non hanno mai potuto seguire i concerti al pari degli altri spettatori.
“Le nostre pagine, naturalmente, sono aperte a ogni motivata replica e precisazione da parte, nello specifico, della stessa Amministrazione Comunale di Verona. (S.B.)”
Terminava così il bell’articolo pubblicato su Superando lo scorso 25 agosto per raccontare la denuncia di Genitori tosti sui bagni per persone con disabilità installati in un parco nella città di Verona, inaugurato lo scorso agosto, il cui restyling è stato finanziata dalla Banca d’Asti.
L’amministrazione scaligera non si è fatta sentire, nè pubblicamente nè in privato, e nessuno, a parte l’associazione Genitori Tosti e l’osservatorio territoriale Verona Polis, ha mai più commentato l’accaduto.
L’associazione Genitori Tosti ha pensato allora di richiedere al Comune di Verona l’istituzione di una commissione congiunta tra commissione urbanistica e sociale per affrontare il tema del PEBA(piani di eliminazione dele barriere architettoniche) esteso a tutta la città e soprattutto applicato prevedendo una progettazione “a monte”, in modo da non vedere mai più simili interventi di… inaccessibilità. L’accessibilità non riguarda solo un assessorato o un ufficio di un Comune, ma deve comprendere l’intera amministrazione: ogni qualvolta viene predisposto un intervento anche solo un evento, questo deve essere accessibile – per esempio: quanti eventi, che hanno anche il patrocinio o il contributo di un Comune includono davvero le persone con disabilità? Sono davvero tutti attenti affinché ci siano gli ingressi accessibili, i sottotitoli o le audiodescrizioni o gli interpreti LIS o, più “banalmente”, parcheggi dedicati vicinissimi all’ingresso e bagni accessibili?
Pensiamo perciò a quando un Comune deve riqualificare un’area o ristrutturare o persino costruire ex novo: tutto deve essere accessibile e quindi implica che esista un esperto o un gruppo di esperti che “faccia il tagliando dell’accessibilità” all’intervento, altrimenti avremo opere pubbliche che discriminano le persone perché non accessibili.
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