L’esempio dello sport

Ndiaga Dieng è un atleta italiano che nelle gare degli Assoluti di atletica leggera a Rieti dello scorso fine settimana, 25 e 26 giugno, si è piazzato sesto nelle finali, con il tempo di 1:49.04. Il vincitore nonché neo campione italiano, Tecuceanu Catalin, ha fermato il tempo a 1:46.62.

Ndiaga Dieng ha partecipato ai giochi paralimpici di Tokyo 2020 (tenuti nel 2021 a causa dell’emergenza sanitaria) nella categoria T20, atleti con disabilità intellettiva relazionale, ottenendo la medaglia di bronzo nei 1500 metri e il quinto posto nei 400 metri.

Una persona, un atleta eccellente al quale va tutta la nostra stima e incoraggiamento.

Il fatto che una persona con disabilità partecipi alle competizioni assieme a chi disabilità non ha rappresenta un momento importante per molteplici motivi. Non è così scontato infatti che una persona, sebbene con doti e qualità di assoluto rilievo, abbia la possibilità di mescolarsi assieme a tutti alla pari. Diversamente da altre realtà, ad esempio quella scolastica o quella lavorativa, lo sport è senza dubbio un ambito dove conta maggiormente il lato della prestazione, grazie al quale il valore assoluto viene riconosciuto.

Più in generale, invece, il principale elemento di riflessione credo sia sul sistema sociale che classifica e divide sulla base del più forte, della prestazione migliore. Un sistema che in certi casi esalta la persona per le sue qualità fisiche, in altre non ce la fa ad estirpare la discriminazione, talvolta feroce, a danno di quelle stesse qualità.

E se gli atleti fossero realmente tutti assieme a gareggiare? Una cosa del genere aprirebbe all’evidenza della classificazione compiuta su ognuno di noi; ad interrogarci sul concetto del miglioramento, della crescita continua, dello sfruttamento; sulla sua consistenza e utilità.

Sarà possibile vedere atleti con e senza disabilità in un’unica Olimpiade? Esiste un sistema che accolga tutti equamente senza pregiudizi?

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PARATOKYO 2021

Il prossimo 24 agosto iniziano le paralimpiadi.

Il 23 ci sarà la sfilata.

Quest’anno noi Italia partecipiamo con ben 113 atleti, in maggioranza donne.

Speriamo che in tanti seguiremo i nostri atleti.

Speriamo anche che tutte le gare vengano trasmesse, in maniera che la gente normalmente avulsa dal nostro mondo possa seguirle: vedere è 100 volte più didattico che spiegare, l’inclusione si fa anche grazie ai video.

A questo link potete leggere il programma.

Un pensiero: pensate a questi atleti che chissà che sacrifici e in che condizioni si allenano.

E poi pensate ai tanti ragazzini/e ragazzine con disabilità che vorrebbero fare sport ma non ce la fanno perchè non esistono le società (ASD) che sono formate per essere inclusive e quindi accogliere atleti con disabilità

Poi pensiamo all’accessibilità degli impianti sportivi che spesso è sotto lo zero Kelvin.

In bocca al lupo quindi ai nostri paratleti.

Un pensiero poi all’immenzo Alex Zanardi: sarebbe lì anche lui.

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