Disabilità e guerra

Una donna vin sedia a rotelle soccorsa a Gaza

Se non si vuole vedere l’orrore della guerra, di qualsiasi guerra, basta ignorare le informazioni disponibili facilmente sul web. Basta voler spegnere la mente trastullandosi con la massa (quasi) invincibile dei social-media. Ma un tarlo dovremmo averlo tutti nella nostra testa: la pace, non come concetto separato ma trasversale e agito soprattutto nella politica. Per i diritti, l’inclusione, la convivenza.

Invece della pace abbiamo odio.
Invece della politica abbiamo il soldo dell’economia.
Invece della vita c’è lo strazio della morte dei bambini e degli adulti. Unicef afferma che a Gaza sarebbero stati uccisi tra i 1.600 e 3.400 bambini. In Ucraina 550. Tra il 2005 e il 2022, più di 120 mila bambini (tra i casi accertati) sono stati uccisi o mutilati nei contesti di conflitto.

Civili inermi lasciati al loro destino da logiche di potere, a far da scudo ai guerriglieri; a chi la guerra la fa e a chi la vuole. Esseri umani dilaniati, in un macabro puzzle di adulti e bambini che a volte ricostruisce vite spezzate. Vite nella disabilità.

Guerra e terrorismo spazzano via anni di attività per i più deboli. Il pensiero va alle persone con disabilità nei territori di guerra, sempre più ultimi tra gli ultimi, persone dimenticate e perse, probabilmente per sempre.
Immagine da Educaid, https://www.educaid.it/gaza-un-aiuto-immediato-a-chi-ha-perso-tutto/

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