3 dicembre 2021: mai fermarsi!

Il 3 dicembre si celebra la giornata internazionale delle persone con disabilità.

Quest’anno il tema della giornata è la “Leadership and participation of persons with disabilities toward an inclusive, accessible and sustainable post-COVID-19 world”, come riportato nel sito web delle Nazioni Unite.

La nostra chiave di lettura verso un mondo inclusivo, accessibile e sostenibile è sempre stata di coinvolgere le persone con e senza disabilità, sensibilizzandole a una cultura realmente inclusiva. Stimolando una riflessione su sé stessi, sul proprio percorso culturale. Sulla condizione del presente che ci vede con o senza disabilità. Sulla prospettiva di un futuro che, prima o poi, ci porta in una condizione che diventa “fragile” soprattutto per un contesto che ci porta e essere tali.

Scuola4ALL è nata nel 2017 proprio con questa finalità: rivolta ai giovani alunni e alunne, studenti e studentesse, nella certezza che solo i giovani possono cambiare la cultura fortemente discriminatoria dell’Italia.

Da quest’anno inizia “Scuola4ALL: EsploraLO”: nell’ambito dei PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, e in collaborazione con CLEBA, Comitato Lodigiano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, EsploraLO è destinato alla promozione del turismo accessibile nella città di Lodi e del suo territorio.

EsploraLO origina da due principi: l’attività del blog http://lodialisblog.wordpress.com/ che narra il risveglio del territorio lodigiano, e l’iniziativa della Provincia di Lodi “SculturiAmoLo, Un museo a cielo aperto”, conclusa nello scorso luglio 2021, che ha visto l’elaborazione di un itinerario virtuale visitabile via web con una descrizione storico-artistica inerenti 36 siti tra sculture, monumenti e statue. EsploraLO ha l’obiettivo di estendere l’accessibilità di questi siti, coinvolgendo e destinando i risultati del progetto a un’utenza più ampia possibile. Al contempo, si potrà valutare di estendere le finalità ad altri contesti: l’iniziativa potrà essere in seguito estesa a luoghi e edifici affini alle finalità del progetto, sempre sotto il profilo della gestione ed eliminazione delle barriere.

EsplaraLO verrà presentato il prossimo 3 dicembre in seno all’iniziativa “Risvegliamoci tutti” nel Festival dei Diritti 2021 organizzato dal CSV Lombardia SUD:

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Alternanze virtuose.

Lo scorso 6 novembre ha ufficialmente preso avvio “La scuola oltre le barriere”,  laboratorio di alternanza scuola lavoro  nato dal CLEBA* con la volontà di proseguire le esperienze che ormai da oltre dieci anni sono in corso a Lodi per sensibilizzare i giovani studenti del corso Geometri dell’Istituto Tecnico Economico Agostino Bassi di Lodi sulla tematica delle barriere (tutte, da quelle culturali fino alle architettoniche, passando per le sensoriali e cognitive). In accordo con la dirigenza dell’Istituto quest’anno abbiamo partecipato ai percorsi di alternanza scuola lavoro per questa nuova esperienza, ampliando il progetto grazie al coinvolgimento di una classe del quarto anno per quattro settimane.

La prima collaborazione tra CLEBA e l’Istituto Bassi risale a dieci anni fa: nel maggio 2007, quando in un convegno presso l’aula magna del Bassi, veniva presentato alla città il progetto “Oltre le barriere”, portando gli studenti a confrontarsi con le persone con disabilità per comprendere quali barriere architettoniche potevano essere studiate per progettatarne l’eliminazione.

Diversi sono stati gli spunti adottati dall’amministrazione comunale di Lodi, con interventi effettivamente realizzati su alcuni brani di città.

La pubblicazione testimonia il pregevole lavoro svolto.

Nel 2016 la collaborazione con l’Istituto Bassi veniva ripresa con la partecipazione al concorso “I futuri geometri” promosso dalla FIABA.

La proposta progettuale ha visto gli studenti lavorare su un giardino pubblico, “il giardino delle età”, nel centro storico di Lodi. Nonostante il relativamente breve tempo a disposizione, i ragazzi hanno dimostrato passione e attenzione alle tematiche affrontate, proponendo una serie di interventi legati all’accessibilità e fruizione del giardino.

 

Grazie alla collaborazione con Andrea Delle Foglie, videomaker lodigiano, nel 2016, CLEBA ha realizzato un breve ma significativo video per diffondere la problematica dell’inacessibilità assai diffusa in città; pur avendo risolto alcune criticità, le barriere architettoniche sono rimaste purtroppo molto presenti a Lodi; caso emblematico, quello che per molto tempo portava il percorso loges verso la stazione ferroviaria contro il muro perimetrale dell’edificio. Nel considerare le barriere sensoriali e cognitive, il problema si aggrava infatti notevolmente.

Ed è proprio sull’eliminazione di ogni tipologia di barriera e, quindi, verso l’accessibilità forall, che si è concentrata la proposta per l’alternanza scuola lavoro che CLEBA ha proposto al Bassi alla fine dello scorso anno scolastico. “La scuola oltre le barriere” rappresenta la nuova sfida rivolta sia all’eliminazione diffusa delle barriere, sia per sensibilizzare la città alla più ampia tematica dell’accessibilità a vantaggio di tutti.

Con Genitori Tosti come associazione capofila, dopo un notevole sforzo di tutte le persone del CLEBA in un processo di definizione delle tematiche e della gestione dell’impegno nell’“ospitare” gli studenti, lo scorso 6 novembre è iniziato il percorso. L’abbiamo identificato come “laboratorio di alternanza” per una serie di motivi che riprenderemo più avanti; di fatto questa esperienza è distante dagli episodi descritti recentemente dalle cronache, che han portato alle proteste degli studenti che ci sentiamo di condividere.

Partendo dalla possibilità offerta dalle linee guida operative del MIUR che nelle “forme di accordo scuola, territorio e mondo del lavoro” prevedono che i percorsi in alternanza siano progettati e attuati, anche con “gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore”, CLEBA ha concepito una proposta operativa strettamente legata con la realtà dell’Istituto Bassi mantenendo il carattere didattico e sfruttando la possibilità di usufruire della struttura stessa dell’Istituto sia quella delle realtà associative, quali ALAH Onlus fondatrice della Cooperativa il Mosaicosenza dimenticare la terza età grazie alla Fondazione Santa Chiara.

Più in generale, avendo a disposizione la realtà cittadina quale laboratorio dove concentrare le osservazioni e le proposte di eliminazione delle barriere, gli studenti possono spaziare tra le proposte del CLEBA, entrando di volta in volta a contatto con i diversi contesti legati alla disabilità per essere innanzitutto consci del perché una barriera è tale, condizione necessaria per comprendere come progettarne l’eliminazione.

Dialogo nel buio”, realizzato dall’Istituto dei Ciechi di Milano, ha offerto ai ragazzi un’esperienza sensoriale profonda, per comprendere come la vita delle persone con cecità si rapporta con le infinite sfaccettature della città e dei suoi servizi.

Sono state poi affrontate le buone prassi per superare la barriera amministrativa della dicotomia tutta burocratica tra accessibilità e occupazione del suolo pubblico, che grazie al FabLab WeMake e l’esperienza openrampette elaborata con la patecipazione del Comune di Milano potrebbe diventare una fase snella in grado di garantire l’accessibilità di luoghi e negozi.

 

 

ALAH e la cooperativa Il Mosaico hanno ospitato gli studenti in una giornata ricca di opportunità di conoscenza reciproca tra gli ospiti del Mosaico e i ragazzi del Bassi. Nella stessa giornata, Silvana Cesani ha portato ai ragazzi la propria preziosa esperienza nell’assessorato alle politiche sociali che ha guidato per diversi anni nel Comune di Lodi.

L’approccio “forall” porterà gli studenti ad approcciare anche il tema dei bisogni comunicativi complessi, scoprendo le risorse della Comunicazione Aumentativa Alternativa, CAA, e la “dote” opensurce di ARASAACspiegata loro dal gruppo Visualforall.

Grazie ai primi sopralluoghi in città gli studenti hanno conosciuto e compreso i luoghi che saranno chiamati a rilevare e riprogettare; si tratta di brani importanti della città caratterizzati da barriere all’accessibilità sotto i diversi profili: accessibilità fisica, sensoriale e comunicativa. Gli aspetti normativi, altrettanto complessi e fondamentali per un approccio progettuale corretto,  vengono declinati nella realtà dell’osservazione in città e sempre strettamente relazionati al complesso delle disabilità.

Il percorso di alternanza è giocoforza guidato verso alcune tematiche individuate tra le tante presenti nella città. Gli studenti sono indirizzati verso tre ambiti:

1. Percorsi pedonali e ciclabili
In particolare, saranno considerati alcuni percorsi pedonali e ciclabili nevralgici per la mobilità delle persone con difficoltà motorie, cui la risposta urbanistica degli ultimi decenni ha negato la possibilità di percorrerli. Le proposte progettuali saranno quindi tese a riallacciare la mobilità nel centro storico e da qui verso il fiume Adda, per collegarsi con i percorsi ciclopedonali che conducono alla periferia e alla campagna.

 

2. Un parco per tutti
Un secondo tema ripropone l’annoso rapporto della città con il suo pregevole parco principale, l’Isola Carolina: collocato in un lato del centro storico, pur facendone parte sotto il profilo planimetrico, il parco rimane marginale e trascurato sotto ogni aspetto. Privo com’è di attrazioni e attrezzature per i bambini, sostanzialmente è difficilmente fruibile per le persone con disabilità. Nel 2015 si era assistito a uno dei tanti capitoli sulla riqualificazione del parco: una progettazione partecipata aveva visto CLEBA proporre l’accessibilità quale tema forte per la valorizzazione del parco. Le successive vicende dell’Amministrazione non hanno permesso la finalizzazione. Tuttavia, proprio in virtù dell’assoluta necessità di rivitalizzare un luogo così importante per la città, gli studenti avranno un obiettivo privilegiato sul quale operare nell’ottica di realizzare un luogo inclusivo e accessibile per tutti, senza mirare al mero gioco solo idealmente inclusivo.

3. L’ITE Bassi
Infine non poteva mancare il luogo fulcro del percorso di alternanza: l’Istituto Bassi, che sebbene abbia avuto interventi strutturali importanti negli ultimi decenni, presenta ancora alcune criticità sull’accessibilità. Le proposte saranno orientate verso la fruibilità a 360°. D’altro canto, negli incontri sulla teoria della disabilità, l’accento è stato più volte posto sull’universal design quale metodo per raccogliere il complesso della sfida all’accessibilità forall in grado di garantire una qualità diffusa per tutti, dagli studenti ai docenti. La restituzione delle proposte progettuali verranno quindi improntate sulla risposta a 360° dei bisogni complessi degli studenti. Si parla quindi non solo di accessibilità senza barriere fisiche, ma anche di favorire la fruibilità alla sensorialità, sia di rispondere alle esigenze comunicative complessa, con l’utilizzo della CAA.

D’altro canto, l’accesso all’istruzione secondaria di secondo grado sta diventando una priorità per le famiglie: in una società sempre più selettiva e priva di supporti sociali, la scuola in tutti i suoi gradi è una risorsa preziosissima per le persone con disabilità; queste, a loro volta, sono una risorsa per le scuole, sia per i compagni che per i docenti, tutti chiamati a pensare ad un futuro inclusivo qualsiasi sia la persona che lo affronta.

In un  blog appositamente attivato da CLEBA sono raccolti i contributi dei docenti e dei relatori, raccogliendo i materiali di presentazione, i file digitali delle planimetrie, ecc., il tutto condiviso tra studenti, il CLEBA e i docenti. Non mancano ovviamente le risorse “social”.

Infine, è stata pensata anche la socializzazione del percorso, progettando (è in corso d’opera) una giornata dedicata alla presentazione dei progetti degli studenti, abbinandovi una serie di iniziative di ampio respiro culturale e sportivo, coinvolgendo associazioni, scuole, ed aziende. Perciò, stay tuned!

La risposta degli studenti è stata positiva sotto ogni aspetto: interesse, partecipazione, accettazione del confronto con realtà e persone con bisogni complessi non è semplice, oltretutto considerando i tempi limitati a disposizione. Si poteva iniziare immediatamente a rilevare le barriere progettando soluzioni per eliminarle. Ma non è questo l’unico scopo del percorso; importante è unirlo alla creazione di una consapevolezza per progettare e amministrare il bene, pubblico e privato, nel modo migliore e per tutti. E’ stato quindi dibattuto e progettato un approccio graduale al concetto di “barriera” considerando tutti gli ambiti nei quali viene compromessa l’accessibilità e l’inclusione. Barriera non è infatti solo architettonica, ma prima di tutto culturale e sociale.
Non dimentichiamo, infine, che questo progetto si è concretizzato grazie alla fiducia che la dirigenza dell’Istituto Bassi ha avuto in noi. Grazie quindi al professor Corrado Sancilio, dirigente del Bassi; al vicepreside, professor Massimo Negri, e ai docenti del corso di Costruzioni, Ambiente e Territorio.

Riflessioni di una prima settimana di alternanza
La prima settimana con gli studenti del Bassi ha riportato il tempo indietro di parecchi anni, consentendo di ragionare su diversi aspetti. Con certezza posso ribadire che tra le professioni, quella dell’insegnare è la più bella e importante di questo mondo, ma che deve essere valorizzata evitando la piega (o piaga?) politica odierna che tende alla sua mortificazione. La stessa cosa vale per le scuole pubbliche statali: sono un patrimonio immenso e raro nel panorama internazionale, che le politiche di questi ultimi decenni, in un tragico crescendo a cominciare dall’autonomia, stanno pericolosamente disgregando.

Il discorso potrebbe proseguire nel considerare l’insieme della deriva verso una inutile quanto dannosa privatizzazione del sociale e del sanitario; ne abbiamo già scritto e li rimandiamo.

Bisogna invece notare che la recente riforma dell’inclusione scolastica, mentre poteva rappresentare un’evoluzione positiva per le persone con disabilità, ha disatteso pressoché tutte le aspettative: il D.Lgs. 66/2017 è una delle peggiori pagine della storia della disabilità, tra l’altro allontanando le famiglie dalla collaborazione con le scuole e imponendo una burocratizzazione pericolosa nella gestione dell’accesso alla scuola. Le ragioni di un atto così violento si intravedono solo nell’ottica di risparmio.  Genitori Tosti si è sempre battuta contro queste logiche e recentemente ha aderito a FIRST, Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela dei diritti delle persone con disabilità, che è recentemente entrata a far parte dell’Osservatorio Permanente del MIUR per l’inclusione scolastica; organo importante dove proseguire la battaglia della difesa dei diritti, sia per portare buone prassi.

L’alternanza
Resta il dato di fatto, ampiamente dibattuto in questo periodo, della valenza positiva o meno dell’alternanza scuola lavoro così come concepita dalla Legge 107/2015. Nella prospettiva delle persone con disabilità, in un panorama tanto avaro di possibilità sociali effettivamente inclusive, ogni iniziativa può essere declinata a favore dell’inclusione sociale e della sensibilizzazione su tali aspetti. La legge 107/2015 ha lasciato troppi gradi di libertà in senso negativo. Il connubio tra “soggetti ospitanti” attenti al mero sfruttamento e dirigenti oppressi dal “dover fare” senza cognizione di causa, hanno generato esempi deprecabili di approccio sterile, non tanto al lavoro quanto all’essere parte della società “adulta”. Se si voleva togliere stimoli ai giovani, lo si è riuscito perfettamente.

Da qui la riflessione di offrire alcuni impulsi positivi in grado di generare un percorso virtuoso di crescita personale e professionale dei ragazzi; la disabilità offre la possibilità di comprendere che quando si soddisfano correttamente e coerentemente dei bisogni complessi, il risultato offrirà realtà migliori per tutti. In altre parole, nello specifico del percorso “La scuola oltre le barriere”, una volta compreso sia il perché quel fatto è una barriera, sia come eliminarla favorendo l’accessibilità, sarà portata una goccia per formare il mare di una società inclusiva.

Noi associazioni ci abbiamo messo cuore e presenza per realizzare il progetto e attuarlo. Determinati pur nell’onere di realizzare tutto nel tempo dedicato al lavoro e alla famiglia, giacché ognuno di noi ha queste priorità. Per cercare le sempre necessarie risorse abbiamo anche coinvolto la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, che ha supportato il percorso.

Senza dubbio lo Stato (nella sua accezione amministrativa) avrebbe teoricamente permesso tempi rapidi e maggior efficienza. Ma tant’è, di necessità…

 

*: Comitato Lodigiano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Genitori Tosti fa parte di CLEBA dal 2014 assieme ad altre associazioni di Lodi e con il prezioso e irrinunciabile lavoro di volontari appassionati e sensibili all’accessibilità e inclusione forall: Matteo Calori, Annamaria Cremascoli, Chiara Galatola, Paolo Arisi, Andrea Delle Foglie, Omar Lazzeri.
CLEBA attualmente è sostenuto, oltre che da Genitori Tosti (Giovanni Barin, vicepresidente, e Nicoletta Wojciechowski) da ALAH Onlus, con Silvana Castellotti e Nadia Valentini, AISM Onlus, con Sabrina Testini, Fondazione Santa Chiara (Emanuela Garibaldi) e LEDHA Lodi.

 

 

 

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Campagna GLH 2016: “GLH in tutte le scuole: la disabilità con orgoglio!”

MANIFESTO CAMPAGNA GLH2011-2016Maggio 2016. Rilanciamo la campagna GLH dei Genitori TostiGLH in tutte le scuole: la disabilità con orgoglio!

Un po’ di storia
Dal 2011 i Genitori Tosti promuovono la campagna “GLH in tutte le scuole: SI PUO’ FARE!” con il fine di informare le famiglie su questo fondamentale strumento che, per legge, deve essere istituito e convocato in ogni scuola, pubblica o paritaria che sia. Il Gruppo di Lavoro sull’Handicap Operativo (GLHO) lavora insieme alle famiglie sul singolo alunno con disabilità; il GLHI, gruppo di lavoro sull’handicap di Istituto, è invece mirato alla gestione della disabilità nella scuola, Istituto Comprensivo o Circolo, nel quale partecipa una rappresentanza delle famiglie.
Nel 2013 la campagna “GLH in tutte le scuole: si può fare!” è tornata con gli ultimi aggiornamenti normativi (sui quali abbiamo già scritto qui e qui), per ribadire che il GLH è il momento previsto dalla normativa sull’integrazione scolastica per il confronto tra tutte le parti che concorrono a realizzare il Progetto di Vita dei nostri figli. Serve a fare il punto della situazione per trovare le strategie più idonee, sia per correggere il tiro quando necessario. Crediamo che il GLH possa diffondere la partecipazione nella scuola delle famiglie; con l’auspicio che sia la scuola a chiamarle nei GLH e non il contrario come troppo spesso ancor’oggi accade.
Abbiamo assistito a GLH di ogni genere, da quelli dove si trovavano famiglia e il solo docente di sostegno, a gruppi con la partecipazione di tutto il team docente, incluso gli assistenti (OSS, AEC e Operatori scolastici all’autonomia e alla comunicazione), e degli specialisti. Quelli senza prospettive di miglioramento, sia, invece, riunioni dove si sono coralmente individuati gli obiettivi e le strategie per raggiungerli. Questi ultimi rappresentano lo scopo della campagna GLH 2016!

campagnaGLH2016_03La nuova campagna 2016: GLH, criterio per il comitato di valutazione e alternanza scuola-lavoro
Alla luce delle novità introdotte con la Legge 107/2015, soprannominata “Buona scuola”, ma anche per il reiterarsi della scarsa applicazione delle norme basilari dell’inclusione in molte scuole, è necessario un nuovo impulso rivolto alle famiglie, alle stesse scuole e al MIUR.
Ecco quindi la nuova campagna imperniata sì sui GLH ma che sfrutta la nuova norma andando a incidere sul cuore della scuola: la capacità inclusiva quale criterio della qualità didattica che determinerà la premialità ai docenti indicata dai neonati Comitati di Valutazione.
In secondo luogo la gestione dell’alternanza scuola-lavoro, rilanciata dalla Legge 107/2015, che per la disabilità è un’occasione preziosa per legare il periodo scolastico al futuro sociale dei nostri figli.

I tre punti della campagna, strettamente legati e complementari tra loro
Tutti i tre aspetti, GLH, criteri dei Comitati di Valutazione e alternanza scuola-lavoro, non possono prescindere da un rigore applicativo di tutti gli strumenti che la normativa prevede, a partire dai PEI. Il Piano Educativo Individualizzato è il documento fondamentale su cui si fonda il percorso inclusivo nel piano di vita dei nostri figli; è la bussola grazie alla quale potranno essere tratti gli spunti per il progetto educativo scolastico, sia per strutturare il progetto formativo dell’alternanza scuola-lavoro e, quindi, le coordinate del progetto di vita. Ma a condizione che tutto sia compiuto con rigore e qualità. Quella qualità inclusiva che potrà costituire il peso sulla bilancia della premialità per i docenti: quanto più inclusiva sarà la scuola e i suoi docenti, tanto più questi potranno essere premiati sulla base del criterio stabilito dal Comitato di Valutazione. Con la conseguenza che la scuola potrà Continue reading

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Parma 9 aprile 2016, partecipazione al convegno ASI. LA RIFORMA DELLA SCUOLA TRA CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ

Riportiamo qui la presentazione di Giovanni Barin, rappresentante GT per la Lombardia, al 3 ° Convegno Regionale ASI Affrontiamo la Sordità Insieme ONLUS del 9 aprile 2016 a Parma. Il convegno, che affronta il tema “La sordità: IL RAPPORTO UOMO-TECNOLOGIA NELL’ERA MODERNA”, si tiene nelle Aule Centrali della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Parma, in  Via Gramsci ,14 a Parma.

I Genitori Tosti presentano una relazione sulla Legge 107/2015: “La riforma della scuola tra opportunità e criticità.”

La riforma declinata sulla disabilità presenta una serie di opportunità importanti all’interno di altrettante criticità. In questa sede, dopo una rapida disamina dell’attuale configurazione strutturale della scolastica italiana (pro/contro), si è scelto di approfondire la gestione dell’Alternanza Scuola Lavoro (ASL) nell’ottica della disabilità.
In un contesto sociale italiano che vede il lavoro quale elemento trinante della qualità della vita, l’ASL è senz’alcun dubbio una preziosa risorsa all’interno della quale le persone con disabilità possono trovare un tassello importante per costruire la propria vita sociale in un contesto che oggi presenta le difficoltà maggiori: la scuola riveste tutt’ora il ruolo di inclusione principale, ma scollato dal “dopo la scuola”, e quindi col mondo del lavoro, in maniera drammatica. Nelle Linee Guida del MIUR sull’Alternanza si legge:

L’ASL entra nel nostro sistema educativo con la legge 28 marzo 2003, n.53, che all’articolo 4 la prevede come possibilità di realizzare i corsi del secondo ciclo, consentendo ai giovani che hanno compiuto il quindicesimo anno di età di svolgere l’intera formazione dai 15 ai 18 anni “attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica, sulla base di convenzioni con imprese o con le rispettive associazioni di rappresentanza o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con enti, pubblici e privati,
inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.”

L’ASL è concepita sull’individuazione delle competenze: riferimenti, criteri di selezione, modalità di descrizione
Identificazione di prestazioni osservabili e misurabili che permettano la valutazione delle competenze. Il successivo riconoscimento nella prestazione lavorativa dell’utilizzo delle conoscenze e nell’attività formativa della presenza di una prestazione, per poi correlarle le competenze acquisite nel mondo del lavoro con quelle da acquisire a scuola.Viene infine previsto il riconoscimento della valutazione nei percorsi in alternanza sulla  valutazione complessiva delle competenze sviluppate.

Competenza è definita come la capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilità e le capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale

Non mancano le criticità, soprattutto se pensiamo che le recenti Linee Guida del MIUR trattano gli aspetti della disabilità solo in un breve paragrafo a pagina 7:

Per i soggetti disabili i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati in modo da promuovere l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro.

un copia/incolla a pagina 30, un riferimento a pagina 31:

a) capacità strutturali, ovvero spazi adeguati per consentire l’esercizio delle attività previste in alternanza scuola lavoro e, in caso di studenti con disabilità, il superamento o l’abbattimento delle eventuali barriere architettoniche;

e, infine, a pag.50, al punto “12. Valutazione e certificazione delle competenze in alternanza scuola lavoro”:

Nella valutazione dei percorsi in regime di alternanza scuola lavoro per gli alunni diversamente abili, con disturbi specifici di apprendimento (DSA) e bisogni educativi speciali (BES), valgono le stesse disposizioni compatibilmente con quanto previsto dalla normativa vigente.

Prescindendo dalla terminologia che va dall’arcaico all’ormai illegale, (PERSONE CON DISABILITA’ è l’unico termine che la Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità, Legge del nostro Stato, prevede), non si può non sottolineare che mancano le strategie di intersecazione con la normativa generale di gestione della disabilità: il Progetto di Vita, il PEI, il ruolo delle famiglie, eccetera, e, sotto il profilo tecnico, l’ICF.

Qui di seguito la presentazione dell’intervento.

Invito ad approfondire il tema dell’Alternanza Scuola Lavoro sia con i materiali indicati nella presentazione, sia, per quanto concerne il rapporto con le disabilità, qui di seguito:

L’ICF come strumento di identificazione, descrizione e comprensione delle competenze
Dario Ianes
Ianes in “La speciale normalità” afferma che

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità una persona funziona bene se partecipa socialmente, se riveste ruoli di vita sociale in modo integrato e attivo.

Inoltre

Il funzionamento educativo è dunque un funzionamento intrecciato tra biologia, esperienze di ambienti, relazioni, attività e iniziative del soggetto. Per comprendere meglio questo intreccio e leggerlo nella mescolanza delle sue componenti abbiamo bisogno di una cornice forte che orienti questa analisi, una cornice concettuale e antropologica unica e condivisa dalle varie ottiche professionali. L’ICF dell’Organizzazione mondiale della sanità (2002) è il modello concettuale che serve molto bene a questa lettura e che proponiamo qui a questo scopo.
In questi ultimi anni, il modello ICF è stato proposto, nei suoi aspetti più tecnici, anche come base per un nuovo modello di diagnosi funzionale (Ianes, 2004), per la lettura dei Bisogni educativi Speciali in ambito scolastico (Ianes, 2005a; 2005b) per una nuova interpretazione del concetto di competenza nei percorsi di alternanza scuola-lavoro (Ianes e Biasioli, 2005).

Un’approfondimento in merito alle competenze su cui il sistema dell’ASL è basato, intersecandolo con i concetti dell’ICF, è disponibile qui:
http://www.darioianes.it/site/articoli/licf-come-strumento-di-identificazione-descrizione-e-comprensione-delle-competenze/

e in formato pdf qui.

Un sincero ringraziamento al dott. Antonello Risoli, Dirigente Scolastico dell’Istituto Tecnico Agrario Statale (I.T.A.S.) di Codogno (Lo), attivi in prima linea sull’ambito dell’ASL per i consigli e il materiale suggerito.

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