
Pubblicato sul blog GT il 16 luglio 2021
Da “Stipendio minimo in Italia: l’importo per ogni settore lavorativo” di Laura Pellegrini 17/02/2021 – su Money.it
“Qualora dovesse essere introdotto un salario minimo, secondo l’Unione Europea, in Italia dovrebbe ammontare a 950 euro. A tal proposito, è interessante consultare i vari CCNL di categoria per vedere quali sono gli stipendi minimi da riconoscere ai lavoratori subordinati. Trovate i dati – aggiornati al 2021 – nella tabella di seguito, dove abbiamo pubblicato le cifre minime previste nei vari settori per gli impiegati nel livello retributivo più basso.
SETTORE DI IMPIEGO RETRIBUZIONE MINIMA MENSILE
Impiegati nell’agricoltura 1.235,87€
Operai agricoli 771,75€
Alimentaristi 1.423,07€
Pesca marittima 1.297,47€
Telecomunicazioni 1.029,61€
Pulizia 1.168,11€
Edilizia-Area legno imprese artigiane 1434,27€
Edili-Cemento, calce imprese artigiane 895,30€
Trasporto merci 1.328,17€
Imprese portuali 1.395,30€
Autoferrotranvieri 1.186,72€
Tessile-abbigliamento P.M.I 1.222,84€
Area tessile-calzature 1.265,24€
Turismo-alberghi 1.291,81€
Turismo-stabilimenti balneari 1.237,16€
Agenzie di viaggi 1.542,04€
Istituti di vigilanza 1.296,79€
Lavoro domestico- Colf e badanti 636,71€ (conviventi)- 4,62€ l’ora (non conviventi)
Farmacie urbane 1.350,00€
Assicurazioni 1.577,42€ (società di assistenza), 1.251,30€ (Agenzie gestione libera ANAPA), 1.224,03€ (Agenzie gestione libera UNAPASS)
Bancari 2.228,64 (ex 2° area – 3° livello)
Odontotecnici 1.179,85€
Metalmeccanica 1.299,11€
Cinema 1.075,66€ (monosale o multisale)
Giornalista 1.293,21€ (pubblicista)
Poste italiane 1.587,43€
Parrucchieri 1.139,90€
Agenti immobiliari 1.265,56€
Dipendenti del Terziario: Commercio, Distribuzione e Servizi 1.281,31€”.
————————————————————————————————————————Tutti ricorderete poi la bellissima sentenza del Tribunale costituzionale, uscita un anno fa, che ha obbligato il Governo italiano a corrispondere una pensione mensile, dignitosa e adeguata al costo della vita, alle persone maggiorenni certificate legge 104 in stato di gravità. Quindi si è passati da 297 euro al mese (sfido chiunque a vivere con una simile cifra) a ben 640 euro e rotti cent – il famoso “incremento al milione”.
Pensiamo adesso alle misure attivate per contrastare l’impoverimento delle famiglie con il reddito di cittadinanza o il reddito di emergenza. Il reddito di cittadinanza per le persone dal 67esimo anno in poi si trasforma in pensione e si rinnova automaticamente.
Quindi: i caregiver familiari, quelli che davvero lo sono e hanno rinunciato a tutto per fare caregiving e quindi si sono impoveriti (mollare il lavoro o non poterlo fare =impoverimento del nucleo familiare) perchè non possono avere uno stipendio derivato dal loro lavoro di cura?
Non si tratta di avere soldi in sè – che cmq tutti ne dovrebbero avere se lavorano, si tratta che se sei un lavoratore hai ferie, malattia, pensione=TUTELE, concrete, non aria fritta, parole sulla carta, pacche sulla spalla.
Tra l’avere 0 euro ogni mese e anzi spenderne (per comprare pannolini e traverse che la tua regione non copre, vari farmaci ed integratori etc che sono fondamentali ma non vengono passati, libri che ti procuri e corsi che frequenti per accrescere le tue competenze etc) e avere anche solo, poniamo, 300 euro al mese è già una differenza sostanziale.
Sapere che poi ad una certa età, dopo aver assolto al mio dovere di lavoratrice, potrò riposarmi come fanno tutti, che quando vanno in pensione tac vanno in crociera o si dedicano a quegli hobby che prima, lavorando, non potevano coltivare, non sapete che effetto che fa!
Sapere che se mi lesiono un tendine a forza di movimentare mio figlio o mi viene un qualsiasi acciacco, compreso l’incidente fortuito, mi posso curare in santa pace e mio figlio ha un sostituto competente è un sollievo enorme.
Insomma: perchè noi caregiver non dobbiamo essere riconosciuti? Altro che lavoro in nero!
Allora, Governo, dacci tutti i servizi che noi caregiver mettiamo in atto: fisioterapia, logopedia, progetti individuali, svago, assistenza infermieristica etc. e paga tutto il personale che dovrebbe svolgere tutte queste prestazioni!
Non è più possibile avere una classe politica che non sa farsi carico della questione, abbandonando a sè stessi qualche milione di cittadini e loro familiari assistiti, motivando con un “Non ci sono i soldi!”.
Per mantenere i vitalizi, anche agli eredi, della classe politica i soldi vengono trovati, per aiutare cittadini in grave difficoltà che svolgono un servizio pubblico inestimabile non si è in grado neanche di provare, a trovare i fondi.
Qualche esperto di politiche del lavoro/bilanci/finanza ci viene in aiuto?
Nel frattempo continuate a firmare l’appello che ormai annovera oltre 2200 adesioni. Lo spediamo ciclicamente a parlamentari, senatori, ministri. Nella foto l’esercito di terracotta cinese, II sec. a. C.
APPELLO PUBBLICO PER IL RICONOSCIMENTO DEL CAREGIVER FAMILIARE
Anche io ho inviato scritti e suggerimenti ad alcuni politici affinchè legiferassero in merito al riconoscimento della figura dei caregiver come lavoratori. Senza dilungarmi oltre rischiando di essere ripetitivo sulle numerose sacrosante proposte che state portando avanti mi preme segnalare quanto segue: ci sono stati genitori (soprattutto madri) che hanno figli disabili in situazione di gravità e tale disabilità, psichica e motoria, si è manifestata sin dalla tenera età del figlio all’epoca considerato minore invalido all’80 % non in grado di svolgere autonomamente le attività proprie dell’età e, per questo , destinatario di un misero assegno di frequenza. Con il trascorrere degli anni il figlio è stato considerato dall’apposita commissione medica per l’accertamento dell’handicap “portatore di handicap in situazione di gravità (comma 3 art.3)” e “invalido con totale e permanebte inabilità lavorativa 100% art.2 e 12 L. 118/71”. Pertanto la madre si è dovita occupare costantemente delle esigenze quotidiane del figlio diventando, suo malgrado, CAREGIVER e casalinga di professione. Alcune di queste figure avevano iniziato a lavorare versando 2/3 anni di contributi ma con l’arrivo del figlio disabile e per tutti gli anni successivi, l’amore di madre è stata la persona che lo ha portato a fare le varie terapie riabilitative restandogli accanto per ogni suo bisogno. Oggi approssimandosi all’età anagrafica della pensione questa madre non potrà avere la pensione perchè non ha versamenti contributivi sufficienti e la pensione del marito (unica fonte di reddito inferiore a 36.000 €) non gli consentono nemmeno di accedere alla pensione sociale. Il futuro economico di queste madri caregiver non sarà certo roseo soprattutto quando verrà meno la figura del marito la cui reversibilità difficilmente sarà in grado di assicurargli una vita dignitosa. In questi casi lo Stato dovrebbe farsi garante versando lui tutti i contributi/versamenti necessari al caregiver per assicurargli un minimo di tranquillità economica. Grazie per l’attenzione che vorrete prestare a questa mia nota e grazie per quanto state facendo per ottenere un minimo di giustizia sociale. Adriano Renis : 320 4338615
Concordiamo, Adriano. Diciamo queste cose da tanti anni, ma non ci fermeremo davanti a questa mostruosa ingiustizia sociale. Non fosse altro per far aprire gli occhi alla popolazione che, nella propria quotidianità preferisce non vedere e non sapere. Salvo poi piombare in questo girone e tardivamente lamentarsi.