A.S. 2020/21. Il disastro annunciato dell’inclusione scolastica

Scuola. Un mese è passato dall’inizio delle prime scuole che hanno aperto. Com’è stato questo mese per ragazz* e bambin* con disabilità e le loro famiglie?

Un mese passato ad aspettare, vedendo che le previsioni sono state purtroppo confermate: ogni inizio di anno scolastico da qualche anno in qua è sempre peggiore del precedente

Un briciolo di speranza in più l’avevamo, dato che l’emergenza sembrava aver svegliato propositi positivi nella Ministra Azzolina. La realtà dimostra, invece, che questo sistema ha accelerato l’affondamento della scuola pubblica statale. Allontanandone le famiglie, che cercano alternative nella scuola privata o in quella domiciliare. 

Dopo un mese le scuole si sono riorganizzate in autonomia. Autonomia che corrisponde però alla solitudine dirigenziale e di risorse generata dalla riforma Berlinguer di trent’anni fa, non certo ad una reale efficienza della scuola. Solo la professionalità di molti docenti ha scongiurato la disfatta della scuola. 

Adesso, dopo un mese, stanno arrivando gli insegnanti di sostegno, ma tante sono ancora le cattedre scoperte.
Dopo un mese l’assistenza scolastica è invece ancora terra di nessuno.

In particolare nelle regioni del nord Italia, complice la nuova formula del contratto che si interrompe in caso di nuovo lockdown scolastico -che prevede che i docenti vengano automaticamente lasciati senza lavoro e, quindi, stipendio- molti hanno giustamente preferito rinunciare alla chiamata lasciando gli studenti senza sostegno. Molti i casi nei quali, si legge, le scuole han chiesto alle famiglie di non portare i figli a scuola.

Oltre che nella vita scolastica, l’emergenza coronavirus ha portato una fortissima criticità nelle cooperative che tradizionalmente gestiscono l’assistenza scolastica: gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione ed educativi sono di competenza degli enti locali, che a loro volta rimandano ad altre entità sino ad arrivare alle cooperative. Queste ultime, già in precario equilibrio economico in tempi “normali”, con l’emergenza hanno fermato ogni attività anche a causa dell’interruzione dei pagamenti da parte degli enti locali. Ripartire non è stato certo semplice, con ripercussioni organizzative che scoraggiano professionisti che vedono la loro tariffa oraria già tagliuzzata dai passaggi tra Enti (vuoi che ognuno non si tenga qualche briciola?), con uno stipendio finale che rasenta il ridicolo. Una gestione fallimentare che lo Stato ha ideato qualche decennio fa e che ormai grida vendetta.

Soluzioni?

Possono essere viste in due prospettive, ambedue necessarie.
Una rivoluzione culturale e politica, da un lato.
Una revisione globale dell’attuale gestione di docenti e assistenti, dall’altro.

Senza dubbio più pressante la prima, più semplice la seconda verso una revisione della riforma della scuola e, in particolare, dell’inclusione tramite l’abrogazione delle leggi dall’autonomia scolastica (compresa) in poi, non ultimo quel disgraziato DLgs. 66/2017. Per arrivare all’incorporamento dell’assistenza scolastica all’interno del MIUR, con la definizione del profilo professionale degli assistenti e la loro possibile equiparazione al livello degli ATA.

Queste le vie.

Il futuro si prospetta, invece, ancora dipendente dall’apatia di gran parte delle famiglie e dai giochini di potere tra la politica e chi decide ai tavoli dei ministeri, federazioni sulla disabilità incluse. Il disastro annunciato è arrivato. Quello di portata ancora più dirompente per i diritti delle persone con disabilità si avvicina sempre di più.

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Scuola, settembre 2020: un’altra lettera al MIUR

La scorsa settimana abbiamo scritto alla Ministra Lucia Azzolina.
Sono chiarissimi i ricordi di come siano iniziati gli ultimi anni scolastici per le persone con disabilità: tra il barcamenarsi nell’assenza sia del sostegno scolastico che dell’assistenza, fino alla reclusione a casa anche per mesi. Mentre compagne e compagni di classe e le loro famiglie vivono la “normalità”, la vita dei nostri figli -ma anche la nostra- viene indegnamente calpestata nella completa illegalità. E nel sostanziale silenzio anche della stessa scuola. La responsabilità della situazione odierna non esclude nessuno: in parte anche di noi famiglie nel riporre fiducia nelle parole al vento; della scuola e dei suoi lavoratori, che hanno accettato in questi decenni la sistematica erosione di risorse e diritti.

Senza consolazione alcuna abbiamo visto la crisi virale dell’intero sistema costringere tutti a sperimentare quella reclusione che molte famiglie con disabilità conoscono bene e da tempo subiscono. Senza però equità: le persone con disabilità sono state lasciate alla rara volontà di chi personalmente ha inventato alcuni momenti di socialità a distanza. Nulla di più.
Oggi assistiamo alla farsa della riapertura dei centri che si occupano di disabilità, mentre le attività estive sono in balia di una ottusa, inutile burocrazia.

Ci domandiamo come potrà essere la ripresa della scuola a settembre nel sommarsi delle enormi criticità degli scorsi anni alle nuove evidenziate in questi giorni.
La cronica carenza di docenti preparati sulla disabilità è tra le principali, lo ripetiamo da anni. Ed è questo il tema della lettera che abbiamo inviato alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Interventi urgenti per la difesa dei diritti degli alunni e studenti con disabilità

Gentilissima Ministra,

Nell’esprimerLe la nostra completa solidarietà contro le deprecabili minacce ricevute in questi giorni, desideriamo inviarLe una preghiera per la difesa dei diritti delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti con disabilità.
Genitori Tosti è un’associazione che dalla sua fondazione si occupa dei loro diritti; diverse volte abbiamo scritto ai suoi predecessori al Ministero dialogando direttamente con loro e i suoi funzionari, sempre allo scopo di trovare soluzioni e proposte costruttive per favorire quel processo inclusivo troppo spesso rimasto sulla carta e nelle intenzioni. Tuttora nonostante la presenza dell’Osservatorio.
Cerchiamo in ogni modo di diffondere la cultura inclusiva nella popolazione dando impulso alle fondamentali reti di sostegno nei territori, sostenendo ogni giorno le tante richieste di aiuto.

Oggi assistiamo all’emergenza nell’emergenza delle famiglie con disabilità lasciate a se stesse in ogni ambito, non solo della scuola. E con il terrore di quel che potrà accadere a settembre, ci vergogniamo al pensare di sperare che si possa almeno riprendere come l’anno scorso.

In realtà due misure devono essere prese con la massima urgenza per mitigare la bomba che potrebbe minare i passi inclusivi realizzati da oltre quarant’anni:

la messa in ruolo del personale docente specializzato sul sostegno;

l’assunzione nel personale MIUR degli assistenti, all’autonomia e alla comunicazione (ASACOM) ed educatori culturali (AEC).

Senza queste misure assisteremo al più tragico inizio di anno scolastico mai visto.

Gentilissima Ministra, agisca velocemente e colga l’occasione nel quale si investe nello Stato. Non corra il rischio di essere una tra le tante al MIUR. Imprima invece un indelebile impulso positivo nella storia italiana dell’inclusione.

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Si apre un altro anno scolastico: come sarà?

Siamo alle soglie di un nuovo anno scolastico. Nonostante le ripetute rassicurazioni arrivate dal Ministero dell’Istruzione e dai politici, con ogni probabilità la tendenza dell’inizio dell’anno sarà analoga, se non peggiore, degli scorsi. 
Crediamo sia opportuno ribadire di diffidare da chi cerca/offre “soluzioni alternative” da quello che è il cardine per partire: la piena applicazione delle leggi sull’inclusione scolastica. In altre parole, prima di tutto si rispetti quanto previsto in termini di ore di sostegno, di risorse economiche, di numero di insegnanti e assistenti e di loro formazione. Ogni altra idea è figlia di del taglio delle risorse e della cultura discriminatoria.
Quindi chiediamoci se:

Siamo in uno Stato dove la scuola pubblica statale ha i finanziamenti adeguati?Siamo in uno Stato dove la formazione dei docenti è semplice e chiara a tutti?
Siamo in uno Stato dove tutti i docenti di sostegno e non (e anche il personale non docente) sono formati adeguatamente e specializzati?Siamo in uno Stato dove l’assistenza scolastica è nel territorio uniforme?
Siamo in uno Stato dove tutte le scuole (e università) sono accessibili a 360° -non solo fisicamente- sicure e accoglienti?
Siamo in uno Stato dove docenti e assistenti sono pagati adeguatamente?
Siamo in uno Stato dove per docenti e assistenti il precariato è minimo e residuale rispetto al ruolo?
Siamo in uno Stato dove le tante Leggi sull’inclusione scolastica sono state e sono rispettate?
Siamo in uno Stato dove l’inclusione scolastica è soddisfacente per tutti gli alunni e studenti con disabilità?
Siamo in uno Stato dove non ci sono più ricorsi per il sostegno scolastico?
Siamo in uno Stato dove alunni e studenti non sono isolati nelle loro classi?
Siamo in uno Stato dove le persone con disabilità sono incluse nella società?

Insomma, siamo in uno Stato ideale (o almeno vicino ad esserlo) per l’inclusione scolastica?

Ai genitori diciamo dunque di non lasciarsi prendere in giro con qualsiasi tipo di pretesto: finché quanto scritto sopra non avrà risposte positive, che si inizi almeno con il massimo delle ore di sostegno e di assistenza scolastica previsti e con progetti educativi adeguati ed efficaci.

Fate rispettare il diritto allo studio dei vostri figli. E che sia sempre il migliore anno scolastico per tutti!

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Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sull’inclusione delle persone con disabilità

Il primo ottobre abbiamo inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte una lettera aperta sull’inclusione delle persone con disabilità, che pubblichiamo oggi.

Se la spesa pubblica sarà aumentata, dovrà essere prioritariamente considerato il welfare, da anni depresso dalle politiche economiche e sociali dei governi precedenti. La spesa sociale è la base per la convivenza reciproca e, come tale, deve essere assicurato il benessere dei “più fragili tra i fragili”: le persone con disabilità.
Abbiamo iniziato scrivendo di un tema caro a tutti i genitori con figli con disabilità: la scuola, poiché rappresenta il futuro di ogni popolo. Quella scuola inclusiva che la Legge ben delineava; inclusione troppo spesso solo sulla carta e una Legge, la 104/1992, che rischia lo stravolgimento se non viene soppresso il Decreto 66/2017 che ha riformato (devastandola) proprio l’inclusione scolastica.
Se ben gestita e nei termini di legge l’inclusione agevola tutti, indistintamente. Oggi sta sempre più diventando una crudele barzelletta. Basti considerare il drammatico inizio del corrente anno scolastico per gli alunni con disabilità: sproporzione gestionale dei docenti di sostegno, tagli di ore sia sul sostegno che sull’assistenza (all’autonomia e alla comunicazione tanto quanto sull’educativa); docenti specializzai sul sostegno rimasti a casa quando migliaia di cattedre non sono state assegnate o assegnate a docenti non specializzati col rischio di creare danni enormi agli studenti con disabilità. E via così in innumerevoli segnalazioni.
Vedremo se di cambiamento si potrà realmente parlare o se quelle del Governo saranno solo altre parole al vento.

Illustrissimo

Presidente del Consiglio dei Ministri

Dott. Giuseppe Conte

 

Verona, 1 Ottobre 2018

Oggetto:    Lettera aperta al Presidente del Consiglio sull’inclusione delle persone con disabilità

Illustrissimo Presidente,

Dunque il Governo ha deciso: l’Italia avrà, pare, la possibilità di investire. Non entriamo nel merito delle modalità, ma da anni ripetiamo che il welfare corrisponde alle fondamenta del nostro Paese. E ci permettiamo di indicare anche a Lei, come ai suoi predecessori, alcuni punti per tutelare il diritto dei “più fragili tra i fragili”. Iniziando dalla scuola.

  • Nel DEF, Documento di Economia e Finanza, ci sia anche il punto fondamentale per superare il dramma dello sbilanciamento dei docenti di sostegno scolastico per gli alunni con disabilità: realizzare corsi di specializzazione diffusi, a costi onesti e accessibili, di qualità controllata anche dagli interessati, dalle famiglie e dalle associazioni delle persone con disabilità. Che siano realizzati in Italia, vietando specializzazioni che senza alcun controllo avvengono all’estero.
  • Sia eliminato il D.Lgs 66/2017 di riforma dell’inclusione scolastica, che sta creando discriminazioni che, con la sua prossima piena applicazione (dal prossimo anno scolastico), diventeranno incostituzionali.
  • Sia data immediata priorità nell’assegnazione delle cattedre ai docenti specializzati, con un congruo riconoscimento economico, essendo il loro impegno senza dubbio superiore.
  • Siano stabilizzati immediatamente tutti coloro che hanno acquisito la specializzazione nel sostegno.
  • Sia garantita l’equità nel numero di cattedre in ogni scuola del Paese, nord, centro e sud.
  • Sia controllata da un gruppo di lavoro la qualità del sostegno scolastico; gruppi costituiti a tutti i livelli: nelle singole scuole, nei comprensivi, negli uffici scolastici provinciali e regionali. E nel MIUR. Assieme alle famiglie.
  • Siano garantite agli alunni le professionalità degli assistenti, sia all’autonomia e alla comunicazione, sia educativo-culturali, creando la figura professionale che garantisca la qualità del servizio e sia gestita dal MIUR e con congrua remunerazione.
  • Siano assegnate le ore richieste, di sostegno e di educativa; i ricorsi persi dal MIUR sino ad oggi hanno raggiunto cifre ingentissime a danno dello Stato.
  • Siano ricostituiti i GLIP, Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali presso gli Uffici Scolastici Territoriali (Provinciali), con funzioni prioritarie di programmazione.
  • Siano ricostituiti i GLI con la piena partecipazione delle famiglie, eliminate invece dal D.Lgs 66/2017.
  • Siano costituiti in tutti gli Uffici Scolastici Territoriali dei gruppi di lavoro per i bisogni educativi complessi, con personale specializzato a questo scopo e con risorse adeguate.
  • Siano date le risorse indispensabili per il reale funzionamento dei CTS/CTI, centri territoriali per supportare le scuole sulle tematiche dei bisogni educativi complessi.
  • Sia ri-costituita con attenzione la scuola in ospedale.
  • Sia garantita l’adeguata assistenza agli studenti con disabilità in tutte le università. Ma anche negli asili nido. Insomma, dall’inizio alla fine del percorso formativo. È un diritto Costituzionale.

 

Tutto questo costa? Assolutamente sì, ogni punto costa, la disabilità costa! Ma costa enormemente di più gestirla in modo indegno ed illegittimo come fatto sino ad oggi.
I limiti alle persone con disabilità sono creati dal pregiudizio di chi disabilità non ha. È ora di cambiare.

Cordiali saluti

Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti ONLUS

Alessandra Corradi, presidente

Massimo Bravi, segretario

Giovanni Barin, vicepresidente e referente Lombardia

Daniela D’Amico, referente Veneto

Margherita Franzese, docente, referente Lazio

Maria Gaugliardito, docente, referente Sicilia

Simona Lampis, referente Sardegna

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A scuola zero diritti per i nostri figli con disabilità

Quando sono a scuola, i bambini e i ragazzi con disabilità sono tutelati nel loro diritto allo studio?

Se sono decenni che le famiglie con disabilità si confrontano ininterrottamente su questa domanda, la risposta, scontatamente, è negativa. Forse non del tutto, certo, ma oltre alcuni esempi di buona inclusione, troppi sono i casi di discriminazione, meno o più grave. Recentemente, è con la Legge 107/2015 che si è persa l’occasione per dare una svolta all’inclusione scolastica nel verso del pieno rispetto dei diritti delle persone con disabilità a scuola; anzi, quella Legge ci sta conducendo verso la più bieca discriminazione e non solo per gli alunni ma anche ai docenti di sostegno. Ancora più recentemente, lo scorso 26 giugno abbiamo assistito all’ennesimo scandalo, quando il neo-Ministro Bussetti ha siglato l’accordo coi sindacati: per eliminare uno dei danni della Legge 107/2015, si è scelto ancora una volta di usare il sostegno scolastico per le persone con disabilità come tappabuchi del contratto dei docenti. Giusto è difendere il diritto al lavoro e alla famiglia, ma come la mettiamo con il  diritto di bambini e ragazzi con disabilità e delle loro famiglie che l’anno prossimo vedranno calpestato per l’ennesima volta nell’assistere ad una altra squallida girandola dell’assegnazione dei docenti di sostegno? Già, e quando?, perché dovranno sorbirsi ancora il danno dei mesi iniziali senz’alcun docente di sostegno! E non apriamo qui il tema dell’assegnazione stessa dei docenti di sostegno, dell’assistenza all’autonomia e alla comunicazione ed educativa! Tuttavia, è chiaro che provvedimenti adottati fuori da un discorso unitario ed organico portano solo ad ulteriore caos, come è sempre accaduto negli ultimi anni. Solo risolvendo le problematiche per le persone più fragili si assicura il benessere anche di chi fragilità non ne ha; ma non vale il viceversa.

La scelta di non abrogare la Legge 107/2015 (e i seguenti decreti attuativi) porta con sé queste ed altre gravi problematiche.

Come famiglie avremmo voluto vedere difeso per primo il diritto delle persone più fragili, con una gestione oculata della delicata situazione imposta dall’ex Ministro Fedeli, per poi programmare una road map per risolvere il tutto nel corso dei prossimi anni scolastici e rispettando il fondamentale principio della continuità della Legge 104/92; solo un decreto urgente del Ministro Bussetti può ripristinarlo.

Ci auguriamo che un dialogo costruttivo possa finalmente animare positivamente il rapporto scuola/diritti, nel pieno rispetto di quella legislazione che, sempre più solo sulla carta, è simbolo nel mondo dei diritti delle persone con disabilità. Temiamo, invece, che i nostri figli saranno ancora una volta il capro espiatorio dell’incapacità gestionale a tutti i livelli del bene  pubblico. Corre perciò l’obbligo di ricordare che nel recente passato le famiglie con figli con disabilità a scuola hanno rivolto ai tribunali una variegata serie di ricorsi, nella pressoché totalità vinti e pubblicizzati; non esiteranno a proporne ulteriori per difendere in giudizio ciò che logica e buon senso vedrebbe come normale prassi dello Stato. Nondimeno, sarà interessante vedere il costo che andrà a sommarsi a quello, già enorme, delle precedenti scelte inefficienti e discriminatorie.

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