Campagna GLH 2016: “GLH in tutte le scuole: la disabilità con orgoglio!”

MANIFESTO CAMPAGNA GLH2011-2016Maggio 2016. Rilanciamo la campagna GLH dei Genitori TostiGLH in tutte le scuole: la disabilità con orgoglio!

Un po’ di storia
Dal 2011 i Genitori Tosti promuovono la campagna “GLH in tutte le scuole: SI PUO’ FARE!” con il fine di informare le famiglie su questo fondamentale strumento che, per legge, deve essere istituito e convocato in ogni scuola, pubblica o paritaria che sia. Il Gruppo di Lavoro sull’Handicap Operativo (GLHO) lavora insieme alle famiglie sul singolo alunno con disabilità; il GLHI, gruppo di lavoro sull’handicap di Istituto, è invece mirato alla gestione della disabilità nella scuola, Istituto Comprensivo o Circolo, nel quale partecipa una rappresentanza delle famiglie.
Nel 2013 la campagna “GLH in tutte le scuole: si può fare!” è tornata con gli ultimi aggiornamenti normativi (sui quali abbiamo già scritto qui e qui), per ribadire che il GLH è il momento previsto dalla normativa sull’integrazione scolastica per il confronto tra tutte le parti che concorrono a realizzare il Progetto di Vita dei nostri figli. Serve a fare il punto della situazione per trovare le strategie più idonee, sia per correggere il tiro quando necessario. Crediamo che il GLH possa diffondere la partecipazione nella scuola delle famiglie; con l’auspicio che sia la scuola a chiamarle nei GLH e non il contrario come troppo spesso ancor’oggi accade.
Abbiamo assistito a GLH di ogni genere, da quelli dove si trovavano famiglia e il solo docente di sostegno, a gruppi con la partecipazione di tutto il team docente, incluso gli assistenti (OSS, AEC e Operatori scolastici all’autonomia e alla comunicazione), e degli specialisti. Quelli senza prospettive di miglioramento, sia, invece, riunioni dove si sono coralmente individuati gli obiettivi e le strategie per raggiungerli. Questi ultimi rappresentano lo scopo della campagna GLH 2016!

campagnaGLH2016_03La nuova campagna 2016: GLH, criterio per il comitato di valutazione e alternanza scuola-lavoro
Alla luce delle novità introdotte con la Legge 107/2015, soprannominata “Buona scuola”, ma anche per il reiterarsi della scarsa applicazione delle norme basilari dell’inclusione in molte scuole, è necessario un nuovo impulso rivolto alle famiglie, alle stesse scuole e al MIUR.
Ecco quindi la nuova campagna imperniata sì sui GLH ma che sfrutta la nuova norma andando a incidere sul cuore della scuola: la capacità inclusiva quale criterio della qualità didattica che determinerà la premialità ai docenti indicata dai neonati Comitati di Valutazione.
In secondo luogo la gestione dell’alternanza scuola-lavoro, rilanciata dalla Legge 107/2015, che per la disabilità è un’occasione preziosa per legare il periodo scolastico al futuro sociale dei nostri figli.

I tre punti della campagna, strettamente legati e complementari tra loro
Tutti i tre aspetti, GLH, criteri dei Comitati di Valutazione e alternanza scuola-lavoro, non possono prescindere da un rigore applicativo di tutti gli strumenti che la normativa prevede, a partire dai PEI. Il Piano Educativo Individualizzato è il documento fondamentale su cui si fonda il percorso inclusivo nel piano di vita dei nostri figli; è la bussola grazie alla quale potranno essere tratti gli spunti per il progetto educativo scolastico, sia per strutturare il progetto formativo dell’alternanza scuola-lavoro e, quindi, le coordinate del progetto di vita. Ma a condizione che tutto sia compiuto con rigore e qualità. Quella qualità inclusiva che potrà costituire il peso sulla bilancia della premialità per i docenti: quanto più inclusiva sarà la scuola e i suoi docenti, tanto più questi potranno essere premiati sulla base del criterio stabilito dal Comitato di Valutazione. Con la conseguenza che la scuola potrà giovarsi della qualità globale assunta proprio grazie alla disabilità e questa potrà rappresentare l’orgoglio della scuola, l’immagine che legherà la persona alla scuola e questa al progetto di vita. Dunque l’inclusività come criterio per la premialità dei docenti.
E’ lecito chiedersi quali possano essere le evidenze operative grazie alle quali misurare l’inclusività; ebbene, oltre al mero raggiungimento della sufficienza o di risultati eccellenti, molte sono le attività che possono essere proposte; una su tutte crediamo meriti essere segnalata: che i nostri figli possano accogliere gli allievi e le famiglie agli open-day e nei momenti nei quali la scuola si apre verso l’esterno, offrendo un’immagine nuova, la vera immagine inclusiva della scuola. E’ però necessario veicolare queste proposte alla scuola nel modo giusto; un passo indispensabile è il passaggio dai GLHI e GLI quali forze per arrivare ai Comitati e ai Dirigenti Scolastici al fine di vedere realizzato questo processo.
Da qui il motivo per cui i Gruppi devono essere convocati e partecipati dalle famiglie e da tutti gli attori previsti dalla normativa.

L’ICF è la chiave per gestire il sistema complesso
Sempre dai Gruppi deve nascere la prassi operativa per costruire il percorso di orientamento che determinerà il successo dei periodi di alternanza scuola-lavoro. L’ICF, International Classification of Functioning, Disability and Helath, ha ampiamente dimostrato che la disabilità è creata dall’ambiente che rende tale una persona e non certo viceversa; ha offerto una serie di indicatori per modellare il contesto in una forma costruttiva sia per la persona con disabilità che per chi/quanto lo circonda e supporta, plasmando l’attività pedagogica sui bisogni personali degli allievi. Gli indicatori dell’ICF sono utili a progettare e strutturare anche l’alternanza scuola-lavoro, indicatori che nella misura corretta possono essere sfruttati per declinare il PEI su questa prospettiva, utile alla scuola tanto quanto al soggetto che ospiterà l’allievo con disabilità.
Da tutto ciò emerge in modo netto che il successo del progetto scolastico dipende da come si progetta di costruire il percorso educativo di una persona e, poi, come lo si costruisce effettivamente. La scuola non è il fulcro unico delle persone, bensì un passaggio fondamentale della vita di tutti noi. Le opportunità per delineare correttamente il tempo scuola non mancano; nel rispetto della legge è necessario coglierle con impegno a giovamento di tutti.

In questa visione le famiglie possono e devono giocare un ruolo primario; noi Genitori Tosti vogliamo che il mondo della scuola applichi pienamente la Legge sfruttando tutte le risorse offerte dall’integrazione scolastica da oltre trentanni.
Chiedete dunque di incontrare tutti coloro che operano sui vostri figli; quando la scuola tergiversa, non abbiate timore ad essere in prima linea nello spronare alla convocazione degli incontri del GLH.

Promuovete i GLH!
Il GLHO, operativo, è l’unico strumento a disposizione delle famiglie per dialogare, costruire, controllare il progetto di vita dei propri figli (ma anche degli altri allievi grazie al GLHI), per capire quali azioni siano di volta in volta necessarie per renderlo effettivo e, se necessario, prendere i provvedimenti opportuni.
Sui GLH è necessario essere presenti e irremovibili fin dal principio: gli strumenti devono essere utilizzati e rispettati da entrambe le parti: GLH, PEI, corresponsabilità di tutto il team docente, presenza attiva delle famiglie.
Fate vostra questa campagna diffondendo il volantino in tutte le scuole e ai docenti/assistenti/specialisti che frequentate e conoscete. Promuoviamo i diritti dei nostri figli! Forza!

I GLH nelle campagne degli anni scorsi: consigli, prospettive, normativa
Riportiamo infine ancora una volta lo scritto delle precedenti campagne GLH, che rimangono una base importante sulle quali regolare le richieste delle famiglie verso la scuola. Scuola che dobbiamo intendere in senso ampio, non solo come plesso o Istituto comprensivo, ma anche uffici scolastici territoriali e regionali e, ancor più importante, il MIUR, Ministero dell’struzione, dell’Università e della Ricerca, verso il quale è necessario premere facendosi sentire per far sapere che le famiglie ci sono, stanno vicino ai loro figli e sanno come funziona la scuola, quali sono i diritti e i doveri degli uni e degli altri. Che sanno cosa stanno progettando sulla scuola, quale futuro aspetta i nostri figli.

Il GLH, Gruppo di Lavoro sull’Handicap, è una componente cruciale nel lavoro di integrazione nella scuola e nella società degli allievi con disabilità.
Previsti dalla Legge 104/92 all’articolo 15, i GLH che prevedono la partecipazione delle famiglie si articolano nelle due componenti: di “istituto” (il GLHI) e “operativi” (il GLHO).
La Direttiva ministeriale del 27/12/2012 ha inoltre previsto i Gruppi di Lavoro per l’Inclusione, GLI.
Mentre i GLHI hanno compiti a livello di istituto, i GLHO lavorano sul singolo alunno con disabilità insieme alle famiglie. Queste ultime partecipano ai GLHI con dei rappresentanti dei genitori da questi scelti, mentre nei GLHO partecipano i genitori del singolo allievo.

Sottolineiamo che i GLHI e i GLHO devono essere convocati, riuniti e verbalizzati.

Malgrado alcuni dirigenti scolastici affermino il contrario, le scuole non possono sostituire i GLHI con i GLI, i gruppi di lavoro sull’inclusione, questi ultimi previsti dalla Direttiva ministeriale del 27/12/2012 e dalla Circolare ministeriale 6/3/2013 e non da leggi dello Stato. I GLI hanno funzioni di rilevazione dei bisogni educativi speciali presenti nella scuola. I due Gruppi hanno obiettivi che si riferiscono a difficoltà estremamente diverse e devono necessariamente lavorare su piani differenti, seppur con momenti di comunione d’intenti.

LEGGE 104/92 – ART.15:

  1. Gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica.
    1. Presso ogni ufficio scolastico provinciale è istituito un gruppo di lavoro composto da: un ispettore tecnico nominato dal provveditore agli studi, un esperto della scuola utilizzato ai sensi dell’articolo 14, decimo comma, della legge 20 maggio 1982, n. 270, e successive modificazioni, due esperti designati dagli enti locali, due esperti delle unità sanitarie locali, tre esperti designati dalle associazioni delle persone handicappate maggiormente rappresentative a livello provinciale nominati dal provveditore agli studi sulla base dei criteri indicati dal Ministro della pubblica istruzione entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Il gruppo di lavoro dura in carica tre anni.
  1. Presso ogni circolo didattico ed istituto di scuola secondaria di primo e secondo grado sono costituiti gruppi di studio e di lavoro composti da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e studenti con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo.
  2. I gruppi di lavoro di cui al comma 1 hanno compiti di consulenza e proposta al provveditore agli studi, di consulenza alle singole scuole, di collaborazione con gli enti locali e le unità sanitarie locali per la conclusione e la verifica dell’esecuzione degli accordi di programma di cui agli articoli 13, 39 e 40, per l’impostazione e l’attuazione dei piani educativi individualizzati, nonché per qualsiasi altra attività inerente all’integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento.
  3.  I gruppi di lavoro predispongono annualmente una relazione da inviare al Ministro della pubblica istruzione ed al presidente della giunta regionale. Il presidente della giunta regionale può avvalersi della relazione ai fini della verifica dello stato di attuazione degli accordi di programma di cui agli artt. 13, 39 e 40.

La campagna precedente: https://www.genitoritosti.it/?page_id=86

 

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