…febbraio 2023…

Gli eventi susseguiti in questi ultimi anni ci hanno travolto per portata, complessità e velocità: sullo sfondo di una situazione ambientale in costante cambiamento, abbiamo attraversato la pandemia mondiale, viviamo tutt’ora la crisi economica e un conflitto ogni giorno più cruento, pericoloso, mortale per migliaia di persone. Eventi che, a pensarci bene, erano già presenti anche se con minori impattati sulla nostra regione: Ebola con SARS e MERS; la crisi del 2008; le tante guerre (ben 59 in atto nel 2022!) tra cui Afghanistan, Yemen, Siria, ecc.

Sommandosi l’uno all’altro, diventa difficile capirli a fondo, saperne le cause e le conseguenze sulla nostra vita. Comprenderli è però di vitale importanza per orientarci nelle idee e nelle scelte, anche politiche.

Certo non tutti sono preoccupati da queste tematiche che, apparentemente, non riguardano tutte le persone con disabilità; ma da genitore non posso non chiedermi quali risvolti avrebbe su mia figlia uno scenario di repentina, profonda crisi economica o, peggio, di guerra: che impatto sulle sue fragilità? Ci saranno gli ausili fondamentali per la vita sociale e lavorativa? Memori del passato, le fragilità non verranno segregate o peggio?

Ci impegniamo ogni giorno per rendere il contesto di vita più inclusivo, con passi avanti a volte microscopici, altri enormi. Il cambiamento delle condizioni di fondo può buttare all’aria tutto quanto in pochissimo tempo?

Mi chiedo spesso come una persona con disabilità viva questo periodo…

Se riesce difficile, se non impossibile, poter influire personalmente nella gestione di un conflitto armato, molto si può fare sulla sensibilizzazione delle persone, per ragionare in particolare sui motivi che hanno portato alla guerra: siamo sicuri che non possano presentarsi anche da noi? Siamo tranquilli per i risvolti economici, sulla situazione politico/sociale nel nostro Paese?

Dovremmo tutti chiederci se non si stia consolidando quel “modo di pensare e di comportarsi in sintonia con la logica della guerra: l’indifferenza alle sofferenze altrui e il cinismo nel provocarle”, che Gino Strada descriveva nel suo ultimo libro, “Una persona alla volta”.

In Lombardia a giorni, l’11 e il 12 febbraio, ci sarà l’elezione del governo regionale. Strano questo periodo dove appare imperante un solo credo politico, del tutto analogo al nazionale. Eppure non possiamo scordare quanto accaduto pochissimo tempo fa: nella regione simbolo dell’efficienza, la diffusione del virus invisibile ha fatto collassare miseramente il sistema sanitario, sociale, lavorativo. La protezione di massa è diventata paravento per mascherare l’inefficienza di un sistema sanitario pubblico distrutto a favore della speculazione privata. Le carenze emerse con la pandemia sono state drammatiche. Per citarne alcune: terapie intensive inesistenti perché diventate troppo costose da mantenere per poi moltiplicarle a emergenza ormai rientrata; farmaci insufficienti, introvabili; personale sotto organico, tardiva corsa a rimpolparlo con finale amaro di mancata stabilizzazione. Per tornare in crisi con l’influenza stagionale…

Il confronto con l’estero, più ricco ed efficiente (non solo a parole), è impietoso quanto imbarazzante. I tanti medici che in piena pandemia invocavano, dimostrandola, una cura efficace basata sui farmaci da sempre disponibili per tutti e in grado di guarire dalla malattia se aggredita subito secondo le regole basilari della prevenzione, sono stati zittiti ed emarginati. Nel frattempo, protocolli inadeguati facevano aumentare la somma dei morti. E al termine dell’emergenza, sembra che tutto sia dimenticato.

La disabilità ha pagato un prezzo altissimo per la pandemia, sia in termini di decessi che di segregazione: è bene ricordare che i centri per le persone con disabilità sono stati gli ultimi a tornare alla normalità. Anche dopo mesi rispetto a qualsiasi altro ambito erano vietate visite e uscite. Segregati nelle strutture in nome di una sicurezza sanitaria ormai inutile, sacrificando la socialità di persone già discriminate dal contesto.

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Dis-……

Dal sito Treccani https://www.treccani.it/vocabolario/dis-1/

dis-

dis-1 [dal lat. dis-, che si riduceva a di- davanti a consonante sonora (v. di-1), si assimilava davanti a f (come in differredifficĭlis), e in qualche caso si mutava in dir– (come in emĕre – dirimĕre)]. – Prefisso verbale e nominale che in molti vocaboli derivati dal latino o formati modernamente indica separazione (per es. disgiungere), dispersione (per es. discutere, che propr. significa «scuotere in diverse parti»), e più spesso rovescia il senso buono o positivo della parola a cui si prefigge (per es., onore – disonoresimile – dissimilepiacere – dispiacere). In molti casi il vocabolo nuovo si forma non per aggiunta, ma per sostituzione del prefisso (per es., accostare – discostareassennato – dissennato). ◆ In moltissimi verbi, e nei loro derivati, il pref. dis– si alterna col più comune s-; si rinvia a queste forme per quei vocaboli, di uso assai raro, che non fossero registrati qui di seguito.

dis-² [dal gr. dys-]. – Pref. usato in molti termini del linguaggio medico per indicare alterazione, malformazione, anomalia e sim.

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SAN REMO è accessibile?

Scritto pubblicato l’8 febbraio sul blog

Come sapete dal giugno 2020 abbiamo lanciato la campagna, tuttora aperta, per i concerti e gli eventi dal vivo accessibili in Italia, cioè per fare in modo, finalmente, che anche in Italia il settore del divertimento, declinato in ogni sua accezione, sia fruibile anche dalle persone con disabilità.

Da allora abbiamo scritto, telefonato e contattato un sacco di interlocutori. Ma i risultati sono stati molto differenti da quanto ci aspettavamo e stiamo pensando di raccontarli tutti in un prossimo libro.

Avevamo già scritto in passato alla Rai per il festival di San Remo, quest’anno abbiamo deciso di scrivere direttamente al suo direttore artistico cioè Amadeus, che è anche concittadino della scrivente.

“Caro Amadeus,
mi chiamo Alessandra Corradi e sono veronese.
Ti scrivo a proposito di un tema a me molto caro, in quanto presidente di un’associazione di genitori di figli con disabilità (qualunque tipo) e cioè l’accessibilità del festival di San Remo.
Tutti in questi giorni stanno leggendo articoli riguardanti la performer interprete LIS che viene affiancata ai cantanti in gara e quindi si fa un gran parlare di accessibilità per le persone sorde.
Sappiamo che la Rai ha un sistema di sottotitolazione per le persone sorde non segnanti, cioè tutte quelle persone sorde che non parlano la LIS e che sono la stragrande maggioranza.
Non so se esiste un sistema, offerto dalla Rai, di audio-descrizione per le persone cieche .
Sul sito web del festival invece non mi risulta che siano applicati gli standard di accessibilità digitale per cui persone con disabilità (tutte, esistono anche le persone con limitazioni cognitive che devono comunque avere diritto alle informazioni online) riescono a fruire correttamente dei contenuti.
Infine arriviamo all’accessibilità “fisica” del festival, cioè il luogo in cui si svolge la nostra più importante kermesse musicale italiana: il teatro Ariston.
Suppongo che essendo uno dei teatri più rinomati del Paese e sede del festival, sia super accessibile con bagni attrezzati e con il personale formato adeguatamente nell’accoglienza delle persone disabili. Nemmeno sul suo sito web, però, a partire dalla home page non c’è nulla che faccia capire che è un sito accessibile secondo la Legge Stanca (che risale al 2004) e poi in base alla recente legge 120/2020 (art.29).
Infine: sappi che il festival di San Remo è stato scelto come decisore nella petizione, lanciata dalla associazione che rappresento per la campagna concerti ed eventi accessibili in Italia, che puoi leggere qui:
https://www.change.org/p/concerti-ed-eventi-dal-vivo-accessibili-in-tutta-italia
Sperando che questa mia non venga eliminata e cancellata, ma che sia il punto di partenza per un confronto concreto, finalizzato a rendere sia il festival di San Remo che l’intrattenimento in generale, accessibile in Italia, ti auguro ogni successo e riuscita al debutto della 73treesima edizione del festival della canzone italiana: in bocca al lupissimo!
Cordiali saluti.”
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GT a Venezia e Padova in un colpo solo!

Come sapete già, se ci seguite sulla pagina FB (mettete il like così non vi perdete nessun aggiornamento), martedì 24 gennaio 2023 noi GT (l’architetto Elisa Renoffio, Amelia Dessì, ed io) siamo state a Palazzo Ferro Fini a Venezia, per la presentazione del saggio “L’esercito silenzioso- caregiver familiari”.

Scese dal treno abbiamo approfittato per fare le turiste, coprendo la distanza, con la meta, a piedi: l’ultima volta che sono stata a Venezia fu di notte, dopo un concerto e trovammo miracolosamente ospizio presso un ristorante del ghetto, dove il titolare ci accolse, nonostante fosse chiuso e ci offrì delle deliziose uova strapazzate. Parliamo di circa venti anni fa. Perciò non ci potevamo non concedere la bellezza di questa città.

Venezia è un luogo splendido, talmente splendido, che ti aspetti da un momento all’altro un unicorno che ti taglia a strada o una qualsivoglia creatura marina o uno gnomo di laguna.

C’era pochissima gente in giro e una giornata incredibilmente mite:ci si poteva dedicare con calma all’osservazione di tutto, intorno, e di tanti particolari, come per esempio il vetro rosato dei lampioni (chissà che effetto quando vengono accesi).

Ogni cestino è munito di provvidenziali e capienti posacenere (prassi che TUTTI dovrebbero adottare, così la smettiamo di vedere quei mozziconi ovunque che poi finiscono in bocca agli animali o nell’acqua, diffondendo tutte le loro sostanze tossiche!):

Gli ornamenti architettonici si sprecano e compaiono simpatici cartelli ai cancelli, scritti a mano, per avvisare i corrieri, il postino e chiunque pigi il campanello. 

E poi ci sono i corner dei giovani: quei punti, in ogni città, dove passa o staziona la gioventù, totalmente ricoperti da scritte, adesivi e biglietti. Quando trovo questi angoletti mi si slarga il cuore perchè significa che c’è anche questa fascia anagrafica che vive, palpita e si muove per la città.

Tra una vetrina da ammirare e un canale da osservare o la facciata di una chiesa davanti alla quale sostare affascinati, mentre magari passa una gondola, non ho potuto non osservare anche le barriere: non ho idea di come siano i vaporetti in quanto accessibilità (a partire dal predellino) ma si può raggiungere qualunque punto della città via acqua. Mentre spostarsi per le calli è assai difficoltoso: la prima grandissima barriera è il famigerato ponte di Calatrava. 

In questa foto vedete un ponte sbarrierato apparentemente, ma i bozzi sul camminamento sono tutto tranne che accessibili a meno che non sei spinto oppure, se ti autospingi, sei forte e giovane e pratichi il parkour in sedia, solitamente. Inoltre a volte gli spazi sono così stretti che una sedia proprio non ci passerebbe e non ho visto nessuno scivolo all’ingresso di nessun esercizio commerciale.

Ad ogni modo, ci siamo perse: colpa del mio aver scambiato un palazzo per un altro, invece di finire al consiglio regionale siamo finite a Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto.

Non tutto il male viene per nuocere, si dice: siamo infatti incappate in una signora che, gentilissimamente si è offerta di scortarci e solo grazie al suo aiuto siamo giunte, senza troppo ritardo, a destinazione: Palazzo Ferro-Fini!

Grazie all’interessamento partecipe di Alessandra Sponda, consigliera regionale ed architetto di scaligeri natali, siamo state ospitate nella sala dedicata a Oriana Fallaci ed introdotte dal presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti.

L’organizzazione di tutto l’evento (che potete vedere qui) è stata professionalissima e di livello superiore: davvero complimenti!

Inoltre per la prima volta ci siamo trovati di fronte a persone che, era evidente, si fossero ben documentate, ma non solo per fare bella figura ma per aver sentito propria la tematica – ci passiamo tutti con i nostri genitori nel ruolo di caregiver, non dimentichiamocelo!

Per esempio: dall’introduzione del presidente Ciambetti ho scoperto l’esistenza e gli scritti della giornalista Valeria Fioramonte, da lui citata.

A seguire la fantastica presentazione dell’associazione e della nostra attività che ha illustrato, appunto, la consigliera Alessandra Sponda.

Al termine del bellissimo evento abbiamo finalmente conosciuto dal vivo la consigliera Erika Baldin pensiamo l’unica consigliera presente in sala (nessun altro si è palesato) che ha seguito tutto l’evento.  Grazie a lei abbiamo in Veneto l’apertura del servizio di ASACOM (cioè gli assistenti per alunni ciechi e sordi) anche agli studenti con malattie rare.

Poi abbiamo pranzato alla mensa interna (tutto buonissimo e tutti gentilissimi e sorridenti) 

dove è venuta a cercarci un’altra consigliera, che conosciamo per il suo attivismo per la lotta ai PFAS, all’inquinamento e tutto ciò che pertiene alla Natura e la salute pubblica e cioè Cristina Guarda 

Cogliamo l’occasione di citare, casomai fosse utile a qualche paziente, il suo impegno per il riconoscimento della cefaela cronica anche in Veneto. 

E poi via, sfrecciando nella barca, in legno lucido e tendine bianche, messa gentilissimamente a disposizione, abbiamo fatto un bellissimo e davvero corroborante viaggio per acqua. Un caro saluto alla Dott.ssa Laura Tomaello per tutta la gentile assistenza.

Dopo aver ammirato ulteriori particolari sia architettonici che gastronomici, in questa foto l’incredibile vetro che sta nella tettoia dell’ingresso della stazione FS di Venezia, qualcosa che puoi vedere solo se alzi la testa e che riporta probabilmente le specie che popolano la laguna: 

Qui invece una vetrina di una pasticceria/forno che sciorina ogni prelibatezza: baicoli, biscotti al pistacchio, zaleti e ogni ben di Dio

Siamo allora risalite sul treno, in direzione Padova. Il tassista che ci ha poi traghettato agli studi televisivi di Tv7, ci ha raccontato un po’ della sua passione per i libri e per Napoleone Bonaparte. Per la prima volta in uno studio televisivo, noi GT siamo  siamo state intervistate lungamente da Elena Cognito, conduttrice del programma “Con voi”, che fa davvero servizio pubblico, affrontando temi d’attualità, sanità e sociale. Qui potete vedere la registrazione della puntata: 

parte 1  

parte 2

Ringraziamo questa appassionata giornalista che ci ha dato l’opportunità di farci conoscere come associazione e come mission, per informare e mobilitare tutti in Italia sul tema del caregiver familiare, ancora sconosciuto ai più e non adeguatamente attenzionato dal mondo delle istituzioni.

Infine poichè mancava un po’ di tempo al treno che ci avrebbe riportato a casa ci siamo fermate, grazie all’indicazione del gentile tassista con il quale abbiamo parlato della statua di Elena Lucrezia Corner Piscopia che la città di Padova dovrebbe far erigere (questa foto ritrae ciò che è appiccicato al retrosedile dentro questo taxi) 

alla pasticceria padovana vicina alla stazione FS che ha un sistema di accessibilità fantastica e cioè una pedana larghissima e le porte scorrevoli!

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Chi volesse procurarsi una copia del libro lo può fare su Amazon store a questo link

1) vengono stampate solo le copie che vengono richieste e quindi non si spreca inutilmente carta come invece avviene per qualsiasi libro; 

2) se volete risparmiare ancora (alberi e vostri soldi) ordinate la versione e-book compatibile con qualsiasi dispositivo anche il PC – c’è una app Amazon;

3)  vi arriva comodamente a casa;

4) potete abbinare il vostro acquisto ad una causa come far arrivare libri ad un carcere o in un centro per minori o in una scuola – consultate la sezione apposita;

5) ogni copia acquistata procura per il cartaceo quasi 8 euro e per il digitale 2 euro all’associazione Genitori Tosti per finanziare ogni attività connessa alla promozione della campagna sul riconoscimento del caregiver familiare come lavoratore.

E con queste precisazioni si spera di non sentire più repliche tipo “Ma io non compro su Amazon perchè non condivido la policy”: non siamo una realtà commerciale  e, anzi, facciamo molta fatica a fare tutto questo; non umiliateci anche. E nemmeno chiedeteci :”ma non ne hai una copia qui?”.

Se volete organizzare una presentazione del libro, fare un’intervista o una recensione scriveteci a caregiversilente@gmail.com

GRAZIE!

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Buon 2023

Scritto pubblicato il 20 gennaio 2023 sul blog

L’articolo che segue avrebbe dovuto comparire su una testata giornalistica online. 

Non è stato ritenuto pubblicabile.

Allora lo ospito qui, nel blog dei Genitori Tosti, perché il valore, il messaggio e l’effetto di quanto scritto non vada perso, perché ho speso tempo, energie e ingegno per scriverlo (tutto per “gratia et amore dei”), perché le persone coinvolte logicamente si aspettavano l’uscita dell’articolo e perché spero davvero di lanciare i miei soliti semini.

Inauguro il 2023 con l’hastag: #sceglieteunassociazione e buon anno nuovo a chiunque.

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Insieme ai classici “smetto di fumare”, “mi metto a dieta”, “mi iscrivo in palestra” tra i buoni propositi per l’anno nuovo dovrebbe figurare anche qualche proponimento che ci coinvolga come parte di una comunità e che aggiunga il nostro singolo contribuito ad una causa collettiva, come potrebbe essere il diventare membro o sostenitore di una associazione.

Ne esistono di ogni tipo in ogni settore: quelle che si occupano di attivismo o impegno civile o cultura e arte faticano ad avere voce e quindi anche nuovi soci, soprattutto tra i giovani. Perciò come si consigliano libri per le strenne eccovi una rosa di associazioni del territorio o nazionali, da scoprire.

1) ARCHEONAUTE è nata dall’idea di quattro amiche, tutte professioniste nel settore dell’archeologia (come è ben spiegato sul loro sito web) con l’intento di diffondere l’archeologia e quindi il turismo collegato e la cultura di riferimento in modo nuovo e moderno. Oltre a offrire tour guidati nei tre siti che hanno in gestione (Corte Sgarzierie, Villa Romana a Valdonega e San Cosimo) fanno laboratori con le scuole e nel 2023 lavoreranno ad un progetto di archeologia digitale. archeonaute@gmail.com

2) ITALIA NOSTRA, storica organizzazione per la tutela del patrimonio e del paesaggio fondata ormai 65 anni fa, è attiva sul territorio della nostra provincia con una bella sezione, capitanata dalla presidente Marisa Velardita. All’attivismo per la tutela di aree o di edifici di rilevanza storica ed artistica si alternano le visite guidate o le gite sia locali che fuori regione o fuori nazione. C’è la possibilità di associarsi anche under 18 a soli 10 euro all’anno o di tesserare un’intera classe per soli 25 euro all’anno e ricevere il notiziario trimestrale. www.italianostravr.it – 340-333 83 26 – verona@italianostra.org

3) SEA SHEPHERD, è un associazione fondata dall’inglese ex Green Peace Paul Watson, poi ramificatasi anche in Italia, arrivando fino alla nostra città: il fotografo ufficiale vive a Verona, come si apprende dal bellissimo documentario uscito lo scorso autunno, che racconta la mission di Sea Sheperd e dei suoi attivisti. I pastori del mare appunto vigilano su questo enorme, bellissimo e fondamentale elemento, cercando di combattere per esempio il bracconaggio ittico che fa strage di migliaia di esemplari di ogni specie. Potete sostenere l’associazione con donazioni o anche facendo acquisti dallo shop online.

www.seashepherd.it

4) ANED, sta per associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti. E’ stata fondata nel 1968 con l’obiettivo di tenere sempre viva la memoria di cosa ha significato per l’umanità l’orrore causato dalle deportazioni nei campi di sterminio nazisti. Non far dimenticare uno dei momenti più bui della storia occidentale moderna significa coltivare la cultura della pace e dell’armonia tra i popoli. Recentissimamente si è tenuto il congresso nazionale che ha ridisegnato le rappresentanze in quanto se ne sono andati gli ultimi sopravvissuti ai campi e quindi c’è stato un ricambio generazionale. L’associazione pubblica la rivista Triangolo Rosso (che prende nome dal simbolo indossato dai prigionieri politici). La sezione scaligera ha curato per quest’anno la mostra dei disegni di Aura Pasa, partigiana veronese, rinchiusa nel lager di Bolzano presso la Biblioteca Universitaria Frinzi in Via San Francesco 20, dal 25 gennaio al 25 febbraio. Per tutti gli eventi previsti consultare il sito: https://deportati.it/aned/le-sezioni/verona/sezione-di-verona/

5) PECORA BROGNA DELLA LESSINIA: nel 2012 alcuni allevatori della Lessinia decidono di mettersi assieme per difendere questa specie di ovino che abbiamo solo noi qui in montagna, a rischio estinzione. Allevare una pecora significa molte cose e ha svariati effetti come per esempio impiegare persone in attività lavorative in un luogo come quello montano che fino a qualche anno fa per decenni ha sofferto dello spopolamento. Persone che lavorano sono anche persone che producono: come del maiale anche della pecora non si butta via nulla e dal latte si ricavano formaggi, dalla lana si ricavano filati che poi vengono tessuti per realizzare capi d’abbigliamento pregiati (la lana della pecora brogna è stata paragonata alla shetland inglese). Dagli scarti della lana si produce il feltro per fare anche delle splendide e calde ciabatte. Inoltre l’attività derivata dalla lana ha permesso il rifiorire dell’antica arte di colorare i filati con le erbe e di tesserli usando il telaio manuale. Infine con la carne di pecora si preparano gustosi piatti della nostra tradizione – ricordo dei tortelloni paradisiaci. Per sostenere quella che è una cultura della nostra terra visitate il sito www.pecorabrogna.it – pecorabrogna@gmail.com

6) CITTADINANZA ATTIVA-VERONA RIPULIAMOCI è invece un comitato nato nella primavera 2021 da un’idea di Antonietta di Renzo che ha presentato il progetto al nostro Comune, siglando un patto di sussidiarietà che coinvolge anche AMIA. Ci si ritrova per fare le cosiddette passeggiate ecologiche in cui ai volontari AMIA fornisce sacchetti, pinze, guanti e giubbini catarifrangenti e, lungo il tragitto di queste camminate, viene raccolto ogni genere di rifiuto. Oltre a compiere un indubbio servizio di pubblica utilità le persone imparano un sacco sugli usi e costumi dei residenti e il gruppo poi segnala anche qualsiasi situazione in cui è necessario l’intervento della polizia municipale. Per unirsi al gruppo: https://www.facebook.com/groups/cittadinanzaattivavr

7) IPOGEO SANTA MARIA IN STELLE se ancora non conoscete questo luogo incredibile ponete immediatamente rimedio! L’associazione fa delle accurate visite guidate e cerca anche nuove guide – da formare, soprattutto tra i giovani. Si tratta di un sito archeologico di grande pregio, una chiesa paleocristiana interamente affrescata sotto il livello del suolo e con dei colori vividissimi. Un pezzo di quello che era l’abitato post romano da noi. L’associazione cerca anche studiosi e sponsor, per ogni dettaglio: info@ipogeostelle.it – www.ipogeostelle.it/index.php

8) SOCIETA’ METEOROLOGICA ITALIANA: qual è la prima cosa che facciamo al mattino? Guardare il tempo che fa. C’è chi si affaccia alla finestra oppure consulta un sito di previsioni meteo. Perché non associarsi allora all’ente più antico in Italia ( esiste dal 1865 ) diretto dal più erudito ed attivista meteorologo italiano cioè Luca Mercalli? merita  tutto l’appoggio possibile poichè ogni anno rileva anche l’arretramento dei ghiacciai, un dato fondamentale per capire il cambiamento climatico. I soci ricevono anche la rivista cartacea trimestrale “Nimbus”. Quote sociali e donazioni finanziano la ricerca scientifica e le attività statutarie. http://www.nimbus.it/articoli/nascitasmi.htm

9) AVIS: un bel modo per aiutare la comunità è diventare donatore di sangue. Forse non tutti sanno che è sufficiente presentarsi in ospedale dove vengono eseguite tutte le analisi e, se si risulta idonei, si può procedere alle donazioni anche solo di piastrine o glubuli bianchi. Chi diventa donatore ha diritto all’intera giornata di lavoro pagata. L’Avis, fondata da un medico nel 1927, lavora molto nelle scuole perché è fondamentale l’educazione a cominciare dai più giovani. Si stima che ci sia bisogno di 40 unità di sangue l’anno ogni 1000 persone, cioè circa 2 400 000 unità per la sola Italia. Il fabbisogno nazionale però è costantemente in aumento, per l’innalzamento dell’età media della popolazione e per i progressi della medicina, che rendono possibili interventi anche su pazienti anziani, un tempo non operabili. Importante è anche la ricerca scientifica per trovare le cure alle malattie del sangue al momento incurabili. Trovate la sede a voi più vicina: www.avis.it/it

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P.s.: per chi volesse scegliere noi: https://www.genitoritosti.it/?page_id=745

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